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DIFFIDA AI DIRIGENTI SCOLASTICI SULL'USO DELLA MASCHERINA

OGGETTO: DIFFIDA AI DIRIGENTI SCOLASTICI SULL’USO DELLA MASCHERINA AGLI STUDENTI

 

Egr. Prof. ………………………………, nella Sua qualità di Dirigente scolastico dell’ISTITUTO ………………., Io sottoscritto Sig.-.. ……………….,(o noi Sigg.ri………………) quale genitore/ri di …………………….alunno/i presso l’Istituto scolastico “……………………………..” con sede in …………………scrivo/scriviamo la presente per comunicarLe e rappresentarLe quanto segue.

 

Risulta che sulle pareti interne e/o esterne della facciata antistante all’ingresso principale dell’ISTITUTO …………………………., Via ……………….., siano affissi n. …. manifesti (cartelloni etc) portanti propaganda alla vaccinazione e all’uso di mascherine. In particolare sugli stessi manifesti si leggono letteralmente i seguenti messaggi rivolti agli studenti: “ …………………………….” e/o (altre frasi) “………………………”.

 

Orbene una tale comunicazione propagandistica posta all’attenzione degli studenti frequentanti l’istituto in oggetto rappresenta una campagna manipolatoria sulle scelte dei ragazzi (o bambini) che in giovane età non hanno capacità cognitiva tale da poter discernere un messaggio propagandistico da un dovere imposto in quanto previsto da una normativa sanitaria.

 

L’incomprensibile affissione di tali manifesti rivolti ad un pubblico di minorenni, si appalesa come un intento di far apparire come giusta e sacrosanta la scelta di ricorrere ad un vaccino o all’uso di mascherina. L’invito sì fatto è contrario ad ogni principio di legge sia per quanto riguarda le competenze di chi autorizza un comunicato a contenuto precipuamente “sanitario” sia per gli stessi contenuti del messaggio de quo, stante quanto emerso in questi 2 anni, in ordine alla assoluta incertezza e non sicurezza oltreché lesività dei suddetti vaccini essendosi registrati migliaia di eventi avversi oltre che decessi.

 

A ciò sia aggiunga la non obbligatorietà di tale trattamento sanitario sin dall’inizio della “pandemia” in ordine alla categoria verso cui, così facendo, Lei si arroga il ruolo di divulgatore di indicazioni terapeutiche.

 

Quanto all’invito alla vaccinazione.

 

Il trattamento sanitario genico sperimentale che sui manifesti (o indicare cartelloni o altro ) è indicato impropriamente come “Vaccino”, non può costituire oggetto di propaganda per la difesa dal covid 19, essendosi dimostrata assolutamente incapace di frenarne la trasmissione ed il contagio. Incitare minori a fare uso di un “vaccino” in fase sperimentale all’ingresso del proprio istituto, rappresenta un intento di indottrinare, plagiare e circonvenire minori inducendoli alla convinzione che vaccinarsi è giusto. Questa affermazione si ribadisce, giunge da un dirigente scolastico che non ha titoli sanitari per indurre minori ad eseguire una terapia e non solo: la autorità di un dirigente scolastico che diffonde tra i suoi allievi un tale messaggio instilla su di loro un concetto di “ certezza della fonte e del contenuto dei suoi messaggi” anche solo per il ruolo che lo stesso svolge di Educatore anche dal punto di vista etico-sociale dei minori. I contenuti dei messaggi da Lei rivolti hanno un valore ed un peso di “dictat” ad un modus operandi per essere accettati dagli altri nell’ambito scolastico così come nella vita sociale nei rapporti con gli altri fuori dalla scuola. Esso rappresenta, dunque, un forte agente di plagio sullo studente del Suo istituto, in particolar modo su quelli che, già diciottenni, possono scegliere e decidere in prima persona pur senza l’autorizzazione dei genitori di sottoporsi alla vaccinazione senza capirne i gravi risvolti (aggiungere questo solo se istituto superiore). Questo tipo di comunicazione genera un grave elemento di discriminazione tra chi ottempera e chi non decide in modo libero di giungere ad un trattamento sanitario.

 

I manifesti in questione inveiscono implicitamente contro coloro che non seguono le linee così ufficiali dell’istituto facendo sentire coloro che non adempiono alla vaccinazione o all’uso della mascherina come esterni o diversi dal ”gruppo “ che si conforma a quelle direttive che giungono dal loro Dirigente scolastico. Questo comporta sullo studente il sentirsi isolato e discriminato da chi invece si sentirà parte integrante della propaganda e si sentirà non conforme, non giusto, non idoneo e dissociato dal resto dei suoi compagni che invece adoperandosi a seguire i Suoi inviti sanitari si sentiranno più virtuosi e sicuri.

 

Abbiamo purtroppo assistito ad eventi di suicidio di giovani studenti in alcuni istituti scolastici durante il periodo delle restrizioni e discriminazioni da vaccinazione dovuta dalla pressione non solo del mainstream ma anche di chi porta, nel ruolo di educatore, un importante compito ossia quello della crescita dell’individuo sui principi del rispetto dell’altro e in primis nell’abbattimento delle discriminazioni!

 

Appare per chi scrive, singolare che in un istituto scolastico siano adoperate forme prescrittive di farmaci come mai è avvenuto nella storia; il personale didattico è al più preposto alla promozione di stile di vita sano con quelle norme basilari igieniche e non di trattamenti farmacologici invasivi come questo vaccinale!

 

Ci si auspicherebbe, piuttosto, una campagna diversa da quella da Lei posta in essere come quella diretta ad esempio a dissuadere dall’uso di droghe o altro genere di dipendenza che vede vittima i giovani o anche messaggi contro il bullismo!

 

C’è inoltre copiosa letteratura, venutasi a raccogliere a mezzo di segnalazioni ufficiali agli enti preposti durante la campagna vaccinale, sulla non efficacia e sulla mortalità indotta di tale siero soprattutto nei giovani e sarebbe opportuno si occupassero di questi aspetti delicatissimi i sanitari!

 

Le rammento altresì che all’interno di Istituti scolastici non vi è un obbligo alla esecuzione della vaccinazione per gli studenti, pertanto è ingiustificato ed illegittimo il Suo messaggio persuasivo a ricorre alla vaccinazione ed indossare mascherine, nonostante le risultanze oramai agli occhi di tutti sulla assoluta inefficacia nello svolgere il compito, per cui è stato falsamente concepito, di bloccare la trasmissibilità del virus SARS COV 2 e della malattia covid 19 oltreché di ammalarsi in forme gravi. E’ cosa nota a tutti la natura sperimentale e la sua virulenza sui giovani avendo causato, si ribadisce, effetti avversi riconosciuti oramai come causa-effetto dalla somministrazione della terapia in questione, così come confermato dall’AIFA medesima. (si citano nella specie pericarditi, miocarditi, morti improvvise). Vieppiù lo stato di emergenza è cessato come da decreto-legge 24 marzo 2022!

 

Quanto all’invito all’uso della mascherina.

 

Non essendo ad oggi vigente alcuna norma di legge che imponga obbligo della mascherina, essendo cessato lo stato di emergenza e uso di mascherine in luogo pubblico come nelle scuole, (per quanto anche questo fosse irricevibile stante il distanziamento dei banchi), il Suo incitare all’indossare il dispositivo medico, perché è di quello che si tratta, senza averne le competenze, integra abuso della Sua posizione non essendo deputato a tale ruolo.

 

Ritenuto che l’Ente Scolastico secondo quanto stabilito dalla legge 165 del 30 marzo 2001 titolo I art.1 debba considerarsi a tutti gli effetti Pubblica Amministrazione, si chiede contezza del fatto che per l’affissione di tali cartelli che contengono comunicati di tipo sanitario su un pubblico edificio e tra l’altro i cui destinatari sono minori, abbiano il nulla osta delle Autorità della Pubblica amministrazione cui si manda la presente per conoscenza, e siano rispettosi dei principi normati sulla pubblica sicurezza e sulle normative sanitarie in vigore.

 

Lei permette nel suo ruolo ed autorizza striscioni affissi sull’edificio scolastico con l’invito ad indossare la mascherina pur non essendo richiesta e quindi non supportata da nessuna normativa.

 

In questo modo tale messaggio costituisce un invito verso minori a commettere ciò che integra un reato ancora contemplato a tutela della pubblica sicurezza: nell’ordinamento italiano esistono ancora delle norme, di carattere penale, che vietano di comparire mascherati o comunque travisati in un luogo pubblico. Si citano in particolare l’art. 85 del Testo Unico di legge sulla pubblica sicurezza (R.D. n. 773 del 18 giugno 1931), che così recita: “E’ vietato comparire mascherato in luogo pubblico….È vietato l’uso della maschera nei teatri e negli altri luoghi aperti al pubblico, tranne nelle epoche e con l’osservanza delle condizioni che possono essere stabilite dall’autorità locale di pubblica sicurezza con apposito manifesto.”. E ancora si cita l’art. 5 della L. n. 152 del 22 maggio 1975: “E’ vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo…”. Orbene come si legge nella disposizione normativa di cui sopra l’utilizzo di maschere o altri tipi di coperture del viso non autorizzate e non giustificate da provvedimenti di autorità locali, costituiscono reato; l’invito a commettere un reato è quindi a sua volta reato di istigazione a commetterne. (art 414 cp.).

 

Per i motivi di cui sopra il/i sottoscritto/i, con la presente La diffidiamo a procedere alla rimozione immediata dei manifesti suddetti e/o altri eventualmente dello stesso contenuto e tenore affissi all’interno dell’istituto ……………………, entro e non oltre 24 ore dalla ricezione della presente, oltreché a non esporre altri manifesti propagandistici di trattamenti sanitari non inerenti tematiche didattiche, anche qualora venisse promulgato ulteriore eventuale stato di emergenza.

 

In caso di mancato riscontro a quanto nella presente diffidato, sarò/saremo costretto/costretti a denunciare i fatti di cui sopra presso le competenti sedi giudiziarie penali.

 

Distinti saluti