Scuola e modelli educativi

Scuola e modelli educativi

La scuola è lo specchio della società e viceversa. E’ un nodo cruciale della crescita individuale e collettiva in tutti i piani della realtà, nei suoi aspetti sia positivi che negativi. Si affianca all’educazione famigliare e ai modelli culturali che la società propone. E oggi di modelli extrascolastici ed extrafamigliari ce ne sono in abbondanza con vantaggi e svantaggi, opportunità ma anche pericoli per le giovani menti. Mass media, circoli culturali, associazioni, internet e social influenzano molto lo sviluppo sensistico, emotivo ed intellettuale dei ragazzi.

La scuola pubblica ed in parte anche quella paritaria ha sempre espresso l’interesse del potere dominante presentando programmi che ne rispecchiano la struttura caratteriale. In questo senso il condizionamento della mentalità dominante è stato sempre molto forte sulla formazione del popolo. E oggi nella società occidentale si assiste ad una nuova corrente dottrinale nelle scuole e non solo che mira alla manipolazione dell’individuo in senso consumistico. La decadenza della nostra civiltà che trascina con sé ormai tutte le culture del pianeta, è dovuta essenzialmente alla mancanza di solidarietà autentica, al suo individualismo esasperato sorto in seno alla borghesia nascente all’epoca dei primi comuni. Con il Rinascimento e la Riforma di Lutero si sono poste le basi di una società non più basata su principi assoluti, divini, in cui il bene dell’individuo era parte integrante del bene della comunità, della Chiesa, dell’impero o della signoria. Il fiorire del metodo scientifico e sperimentale ha le sue radici nella filosofia greca ma anche nel nuovo modo di usare gli strumenti della filosofia e della teologia in ambito del pensiero cristiano, di impronta più logica e razionale a partire da Abelardo e dalla scolastica fino a Bacone, Galileo e Cartesio. Con lo sviluppo dell’industria manifatturiera, dei metalli pesanti e dei trasporti, la ricerca del profitto fine a se stesso e lo spirito di competizione hanno oscurato lo slancio mistico, meditativo e contemplativo che aveva caratterizzato la cultura dei monasteri. Con il sorgere delle università europee di Bologna, Pavia, Napoli, Parigi, Oxford e altre, c’è stata una lenta tendenza a spostare la riflessione umana in senso sempre meno metafisico e religioso e di più sul piano logico-matematico e sperimentale.

La scuola degli anni duemila ha una impronta tecnicista, selettiva e poco coinvolgente dal punto di vista emozionale. La teoria gender che ha preso piede nei nuovi programmi scolastici ha le sue fondamenta nella svalutazione e denigrazione della famiglia come nucleo della formazione delle persone e dei cittadini, nel relativismo etico che riflette l’assenza di verità assolute e di principi fondamentali della conoscenza e del comportamento umano e di conseguenza anche nel nichilismo galoppante che vede la storia della vita senza senso in cui le opinioni e le scelte individuali autoreferenziali che inibiscono la propria natura hanno valore di verità ,al di là di ogni critica e di ogni dimostrazione di impertinenza e invalidità. Ma il relativismo è una contraddizione logica in se stessa poiché dire che tutto è relativo è assolutizzare questa corrente di pensiero negando così la possibilità di dissociarsene. La stessa cosa vale per il dubbio. Se bisogna dubitare di tutto, allora è d’uopo dubitare anche del dubbio. Il vero pensiero autenticamente espresso in realtà considera sia l’esistenza dell’assoluto che del relativo, ciascuno nel proprio ambito ma superando il dualismo di base e le aporie della ragione con una visione intuitiva superiore. Kant parla della cosa in sé inconoscibile screditando la metafisica antica che separava troppo il divino dall’umano e dal naturale, lo spirito dalla materia. Ma così facendo butta via il bambino con l’acqua sporca in una prospettiva agnostica. Non conoscere tutto del sole non vuol dire non conoscerlo affatto e non sentirlo nei suoi raggi, nel suo calore, nella sua luce. Così il divino si manifesta nelle sue opere e si può comunque conoscerlo anche se non nell’essenza ultima.

La teoria gender elimina le naturali differenze sessuali maschili e femminili per orientare i ragazzi verso una neutralità sessuale che è devastante per la personalità. L’individuo è considerato un numero, un consumatore costante in cui il sesso è mercificato come lo sono le anime, i pensieri, i sentimenti, la sensibilità femminile, la politica stessa, mezzi e strumenti per lo sviluppo tecnocratico e l’arricchimento di un residuo numero di persone per l’espansione delle lobby, delle multinazionali e dei mercati.

La cattiva pubblicità manipola le persone. Ad esempio la donna è spesso sfruttata per l’immagine dai mass media con poco rispetto per la sua struttura caratteriale, la sua dignità, la sua intelligenza. Gli esseri viventi invece dovrebbero essere considerati dei fini, dei tesori sacri.

Il dualismo della falsa cultura nichilista separa ogni sistema bipolare: l’anima e il corpo, la ragione e il sentimento, la scienza e la fede, la vita civile e la società politica (come diceva Aldo Moro), la vita laica e la vita religiosa, il soggetto e l’oggetto, la giustizia e l’amore, il cielo e la terra. Ma così facendo si nega l’unità profonda di tutte le cose, nonostante le diversità e le autonomie particolari. Infatti la teoria gender separa la sessualità dall’amore, le pulsioni dall’affettività, incitando così ad infrangere ogni pudore, permettendo la promiscuità e le relazioni sessuali dei bambini con gli adulti. A questo punto il passo verso la legalizzazione della pedofilia è breve. L’omologazione culturale è quindi la rete di connessione rigida e malata di questo mondo globalizzato e allo stesso tempo settario e discriminante. Omologazione che vuol dire offuscamento dell’identità personale e robotizzazione delle coscienze nella società liquida amorfa, come indica il sociologo Bauman, senza principi e senza Dio. L’occidente sta dimenticando sempre di più le proprie radici cristiane e si avvia al tramonto. La fine delle ideologie politiche e sociali ha creato una ideologia più grande e pericolosa, l’indifferenza, l’idolatria della tecnica e del denaro, fini a se stessi. Tutte le cose e gli esseri hanno il nulla come natura: questa è l’idea folle e assurda del nichilismo. I figli saranno sempre di più considerati proprietà dello stato e la scuola li sottrarrà alle cure parentali e all’educazione della famiglia affinché vengano indottrinati alla cultura tecnocratica e consumistica.

La carenza della scuola odierna è nella qualità dei programmi. Partendo dalla storia che già di per sé è stata manipolata e travisata nei suoi documenti per interesse di potere. I popoli si stanno allontanando dalle proprie tradizioni, dai propri miti, dalle proprie letterature, lingue, memorie. E’ invece importante recuperare ed approfondire le letture in classe e a casa di testi importanti, anche classici, romanzi, saggi, poesie. Occorre riabilitare l’esercizio della memoria perché essa favorisce l’apprendimento. Sono auspicabili a scuola esercitazioni dell’osservazione, della concentrazione, della meditazione per la crescita della sensibilità, del ragionamento e dell’intuizione.

La lingua si è impoverita perché le relazioni umane si sono impoverite a causa del dominio della finanza sulla politica e sulla filosofia e quindi sulla creatività. Conta molto anche lo studio dei miti e la decodificazione del linguaggio simbolico nelle grandi opere letterarie attraverso cenni di filologia e di etimologia per capire l’origine e il senso delle parole più importanti.

La carenza è anche quella dell’educazione civica in cui si dovrebbe porre l’accento sul bene comune come luce della giustizia sociale e individuale e base dell’etica e della morale. Carente a scuola è l’educazione artistica ed estetica. Scrivere bene, disegnare bene, capire e sentire la musica, visitare i musei, i teatri, le opere d’arte, preparare scenette teatrali o recite o saggi musicali, anche queste attività sono compito della scuola. La bellezza e lo stile sono nel mondo attuale screditati a favore dell’utile e del conveniente. E l’utilitarismo è ciò che abbassa la qualità della vita assieme al cinismo ed all’egoismo. L’efficienza è un’altra cosa, si associa sempre alla gioia e al gusto del bello. Carente è lo studio della filosofia, non soltanto nei licei ma anche all’università. Infatti l’aspetto metafisico è sottovalutato così come la formulazione delle domande fondamentali sul senso della vita, dell’essere, del trascendente e dell’immanente. Oggi la filosofia è troppo relegata alla logica. Deve invece considerare l’intuizione intellettuale che unifica ragione e fede e cerca l’essenza degli enti. Carenti a scuola sono nei licei le introduzioni allo studio dell’economia, dell’antropologia, dell’archeologia, dell’ecologia, dell’astronomia, della psicologia e della parapsicologia.

E poi sono affrontati con superficialità o non affrontati temi sociali quali la droga, il fumo, l’alcolismo, l’igiene alimentare, la fame, la violenza sulle persone, le crisi economiche, le difficoltà di lavoro, i suicidi, i disturbi psichici, l’inquinamento, gli ecosistemi, il traffico di armi e altro ancora. Un’altra proposta è quella di portare nelle scuole e nelle classi delle testimonianze dal vivo che permettano a protagonisti di vicende di pubblico interesse di raccontare le proprie esperienze negative o positive così da generare un dibattito all’interno delle mura scolastiche.

L’insegnamento della religione, esente da dogmatismi e fondamentalismi, dovrebbe essere non soltanto confessionale ma avere un approccio più ampio verso le tematiche esistenziali della spiritualità. La storia delle religioni è un punto importante, la fede non va slegata dalla cultura, dalla storia, dalla filosofia, dalla scienza, dalla vita politica, dal senso del buono, del vero, del giusto, del bello.

La polemica sul crocifisso nelle scuole esprime proprio la decadenza dell’identità di una civiltà che nega le proprie radici con l’alibi ipocrita della neutralità religiosa e culturale. Ipocriti e falsi i fautori di questa ideologia del pensiero neutro e amorfo in nome della globalizzazione delle coscienze! L’unità è un principio che per valere veramente deve essere tutt’uno con il rispetto della diversità delle tradizioni, delle etnie, delle autonomie politiche e culturali, altrimenti è come dire che per non ferire la sensibilità dei musulmani dovremmo abbattere tutte le chiese che hanno le croci sulla loro cupola e viceversa i musulmani dovrebbero eliminare tutti i loro simboli per non stuzzicare la suscettibilità dei turisti che visitano i paesi arabi. Ma quando mai? Molta gente ha ormai il cervello stanco! E’ come dire che io non posso mettermi le scarpe verdi perché a qualcuno in giro potrebbero non piacere. Ma stiamo scherzando? Tutte le cose sono simboliche e assumono un significato. Non le puoi abbattere, non ci si può arrampicare sui vetri della neutralità. Rispetto degli altri non vuol dire spersonalizzarsi, rinunciare alla propria identità. Amare gli altri non vuol dire odiare se stessi! La vita psichica non è neutra, la decisione è sempre da prendere. Non si vive in una bolla di sapone!

L’educazione sessuale o non è affrontata o è proposta in maniera sbagliata, meccanica e fisiologica soltanto. Dovrebbe associarsi invece all’educazione sentimentale in cui sono considerate le affinità elettive tra le persone, il carattere, i desideri, le paure, le motivazioni, gli interessi, le passioni che muovono i tasti dell’anima. La sessualità veramente sana non è slegata dall’amore e amare implica una grande maturità che unisce tanti aspetti fondamentali dell’Io come la responsabilità, la sensibilità, l’autoconsapevolezza, l’empatia, la comprensione, lo spirito libero, la complicità, la passione, il rispetto, il dialogo. L’amore vero è eterno, il principio di tutte le cose. Dio è amore! In linea con la mentalità nichilista dominante, la fecondazione eterologa ormai ammessa dal senso comune arriva fino a prevedere l’utilizzo degli spermatozoi congelati di sconosciuti donatori e dell’utero in affitto in cui i ruoli familiari sono sconvolti oltre che ambigui. Sempre secondo questa linea in voga, l’embrione umano è solo un oggetto usa e getta come i topi da laboratorio. L’eutanasia attiva, la vivisezione, l’uso degli embrioni e dei feti e l’aborto esprimono questa cultura della morte e della falsa scienza che non vuole capire che dopo il concepimento lo zigote è già un essere umano, ha tutte le potenzialità dell’uomo; l’embrione non è un pezzo di carne amorfo che si può manipolare a piacere. L’ignoranza di molti fa dire che l’anima individuale non subentra nei primi mesi di gravidanza. Falso! L’anima è ciò che organizza il corpo, non può subentrare dopo mesi.

La sessualità naturalmente non deve tornare ad essere tabù in una visione bigotta e sessuofobica. Non è giusto ad esempio discriminare gli omosessuali ed essere omofobi. Contrastare il permissivismo senza scrupoli non vuol dire tornare alla repressione ma favorire l’armonia equilibrante. Il ruolo decisivo del padre e della madre nell’educazione della prole devono essere riconsiderati. Genitori che risultano comunque maturi e capaci nel loro ruolo di trasmettere sicurezza, conoscenza, fiducia, gioia, motivazione, responsabilità, voglia di intraprendenza ai figli. Il problema è cambiare la cultura, la struttura caratteriale della società e in questo compito siamo tutti chiamati a collaborare; non c’è un settore privilegiato per far questo. Anche la famiglia rispecchia il degrado sociale attuale.

L’uso del computer a scuola è certamente importante, non bisogna demonizzare la tecnologia. Il problema è che esistono pochi studi dell’impatto tecnologico così come dell’impatto ambientale. Un corretto uso dei mezzi di comunicazione è necessario per tutti e a maggior ragione per i ragazzi ancora adolescenti. Si deve evitare che diventi una dipendenza e si deve alternare ad altre forme di creatività e di conoscenza e informazione. Il computer può e deve convivere con i libri, le conferenze dal vivo, le lezioni, la scrittura a mano. Non si può conoscere tutto online. La tecnica è per l’uomo, non l’uomo per la tecnica come il sabato è per l’uomo e non l’uomo per il sabato. Il computer in sé non è intelligente, riflette i programmi che vi sono stati inseriti. Esprime una logica binaria. L’intelligenza artificiale non sarà mai eguale a quella dell’essere umano e del suo cervello. Ciò che è costruito non può risultare superiore al costruttore. Anche i futuri computer quantistici rimarranno sempre delle macchine, non degli esseri che piangono, sorridono e amano. Ci sono tanti tipi di intelligenza, non si può giudicare soltanto quella logico-matematica; c’è l’intelligenza spaziale, quella linguistica, quella musicale, figurativa e così via.

La tecnocrazia è dunque schiavitù della mente. C’è in atto un’opera di manipolazione mentale da parte di un potere occulto attraverso i mass media, la scuola e anche altre fonti come le onde elettromagnetiche più forti che sono usate anche nei confronti di persone scomode al sistema. Vogliono ridurre a numero le persone per farne degli innocui consumatori senza spirito critico, senza identità. Non c’è più il riconoscimento delle radici cristiane dell’Europa.

La scuola che dice di essere proiettata verso il mondo del lavoro, la produttività aziendale e di preparare i ragazzi ad inserirsi nella società, in realtà a non mantenere questo presunto impegno, non è capace di preparare i giovani ad affrontare la vita per diventare delle persone responsabili che è quello che conta di più. E’ certo che le scuole dovrebbero essere in stretto rapporto con dei comitati di quartiere che aggiornino regolarmente le problematiche di zona e della città. Associazioni genitori, associazioni studenti e associazioni docenti dovrebbero confrontarsi periodicamente in assemblee per prendere delle decisioni in comune. E’ importante utilizzare le aule magne o comunque i locali e le aule più spaziosi per invitare qualche volta durante l’anno scolastico eminenti personalità del mondo della scienza, dell’arte, dell’artigianato, dello sport, della musica, dello spettacolo e di altri settori per delle conferenze su temi fondamentali di interesse generale quali ad esempio l’esistenza degli ufo, le tecnologie e le fonti energetiche alternative, la fusione nucleare calda e fredda, le macchine per il teletrasporto della materia come quella di Ettore Majorana che trasforma il piombo in oro, la bioenergetica, la telepatia, il restauro di un’opera d’arte, le nuove cure per i disagi psichici e così via.

Altro punto importante sono i gruppi di studio. Le classi molto numerose sono dispersive dal punto di vista della formazione. Sarebbe bene che non superino le 15 unità. I gruppi di studio possono aggregare 4 o 5 studenti in periodiche ricerche a scelta su temi vari da presentare alla classe.

L’educazione tecnica nella scuola secondaria dovrebbe favorire la manualità e avere a disposizione dei laboratori indipendenti rispetto a quelli di fisica, di chimica e biologia e di elettronica. L’artigianato è di vitale importanza nella formazione degli alunni. Saper lavorare il legno, il vetro, la ceramica è una acquisizione straordinaria per la crescita personale e le competenze da utilizzare in futuro.

Bisogna tener presente l’esempio della scuola steineriana che tiene conto nei suoi programmi dei vari periodi evolutivi del bambino e del ragazzo. Occorre considerare tre fasi di sviluppo: la fase sensistico-motoria che è caratteristica dei primi anni di vita in cui contano le sensazioni, i colori, il tatto, i giochi. Una seconda fase è quella simbolico-immaginativa in cui sono importanti i racconti, le immagini, la creatività artistica di base e una terza è la fase logico-intellettiva nel periodo dell’adolescenza in cui si possono affrontare tematiche decisive della vita sociale, dell’etica, della spiritualità. Don Milani nella sua scuola di Barbiana proponeva una educazione mirata, specifica individualizzata. Ogni ragazzo o ragazza devono poter essere seguiti nel loro percorso particolare che non è uguale a tutti gli altri perché diverse sono le storie personali, l’ambiente familiare, le attitudini, le inclinazioni, le doti, le motivazioni, gli interessi, le sensibilità. E il suo modello dovrebbe attrarre l’attenzione delle programmazioni scolastiche prima dell’università.

L’unità di umanesimo e scienza è indispensabile per una istruzione equilibrata che associ le capacità cognitive, di calcolo, di analisi, di osservazione, di pragmatica tendenza alla capacità linguistica e letteraria, alla creatività e comunicazione. L’educazione vera è interdisciplinare e permanente, deve prevedere un continuo aggiornamento del personale docente e discente. Educare è tirare fuori il meglio dell’allievo, stimolare all’apprendimento, non indottrinare con dei dati formali o schemi prefigurati. La scuola non deve soltanto istruire ma anche formare il carattere. Non deve essere espressione del pensiero debole e relativista come propone Vattimo.

La riforma scolastica di Giovanni Gentile del 1923 che affermò l’insegnamento della religione e l’importanza della cultura umanistica, artistica e del senso morale, costituì un momento politico positivo nonostante i suoi limiti dovuti alla sottovalutazione delle scienze naturali e fisiche in relazione alla polemica tra idealismo e positivismo che era presente in quegli anni. La scuola deve sensibilizzare al senso critico verso le ideologie dominanti, il consumismo, la ricerca esasperata del profitto, lo spirito di competizione che hanno offuscato lo slancio contemplativo. Tutto questo andazzo è il riflesso di un modello nichilista dell’essere anzi del non essere, dovuto anche al mancato sviluppo del significato dell’infinito e alla separazione tra mondo trascendente e mondo immanente di platonica derivazione. Manca la capacità di sintesi e di intuizione intellettuale in ogni sfera della ricerca che vada oltre la logica corrente. Un nuovo spirito scientifico a scuola è auspicabile, che prenda in considerazione non soltanto l’osservazione dei fenomeni, il metodo sperimentale con la formulazione di ipotesi e teorie ma che unisca a questi strumenti la capacità di previsione e di visione della realtà dei fatti attraverso l’uso di principi e di sentimenti fondamentali assiomatici e universali. I principi sono di unità, di dualità, di conoscenza, di universalità, d’interdipendenza, di causalità, d’armonia e di finalità. Sono collegati ai sentimenti di relazione, d’individualità, di bellezza, d’infinito, di fratellanza, di fede, di speranza e saggezza e di carità. Come esistono le scienze naturali, biologiche e fisiche, esistono anche le scienze dello spirito che contemplano metodi diversi di indagine della realtà che sono sovrarazionali.

C’è in atto un pericoloso programma di falsa liberazione sessuale, sociale, intellettuale. Un potere occulto domina sui governi nazionali in cui sono coinvolte sette segrete e servizi segreti come la CIA e altri. La scuola deve aiutare la crescita dell’autoconsapevolezza del proprio essere e della propria missione nella vita. Saper informare sugli effetti del bombardamento mediatico, soprattutto della televisione, dei messaggi subliminali a scopo di manipolazione, delle pubblicità che coinvolgono sempre più all’acquisto del superfluo, che strumentalizzano a fini commerciali la sessualità e le emozioni e che propongono immagini violente, dannose soprattutto per i bambini.

Bisogna rendersi conto dell’interdipendenza di tutte le cose dell’universo in una visione olistica della realtà in cui ogni atomo riassume in sé l’universo, in cui il soggettivo e l’oggettivo sono intrinsecamente collegati, ciò che è sulla terra è riflesso di ciò che è in cielo e in basso è come in alto. La terra è un essere vivente come gli altri esseri e serve la coscienza dei suoi abitanti che sono tenuti a rispettarla e amarla come una madre. La relazione è la prima categoria metafisica che dà senso all’unità dell’essere. Il bambino prima di accorgersi di essere qualcuno di distinto, prima del processo di individuazione, sente di formare una cosa sola con la madre e il mondo circostante.

E’ importante stimolare l’interesse, la fascinazione negli alunni, erotizzare la cultura nel senso di renderla attraente ed amabile. Bisogna sviluppare la creatività. Non basta la conoscenza logico-matematica, ci vuole anche la conoscenza intellettuale e spirituale. In conclusione possiamo dire che la scuola vera educa alla gioia, al gusto della vita, alla formazione del carattere, al gusto del bello, del vero, del buono e al rispetto di se stessi e degli altri e della natura. Non impone dogmatismi e luoghi comuni o pregiudizi ma stimola la realizzazione del Sé migliore come lo scultore che trae la forma già presente nel marmo, nella creta o nella pietra. Servono maggiori letture di opere importanti della filosofia, della letteratura, della scienza e dei testi religiosi di ogni tradizione. Serve l’ascolto di opere musicali sia classiche che moderne. Decisiva è anche la cura della metodologia di studio e di ricerca e dell’organizzazione del lavoro. Occorre insegnare un ordine di lavoro e di pensiero basato sulle classificazioni, le documentazioni, le associazioni logiche e intellettive nello spirito dell’interdisciplinarietà. L’osservazione dei fatti deve unirsi al pensiero teorico legato ai principi, i sensi unirsi all’intelletto. Lo scambio culturale dei popoli è fecondo e fondamentale per una vera solidarietà umana. Ci vuole altresì una scuola aperta alle possibilità economiche di tutte le famiglie con tasse molto ridotte e sussidi pubblici e privati sostanziosi perché sia bandita l’ignoranza e cresca un popolo cosciente delle proprie radici storiche e culturali. La mente non è precostituita alla nascita ma neanche una tabula rasa senza circuiti neuronali con una configurazione personale e unica. Nessuno nasce stupido. E in una scuola efficiente e preparata tutti possono esprimere le grandi potenzialità che ogni essere umano possiede. In questo modo le nuove generazioni potranno e sapranno affrontare le sfide dell’esistenza e crescere in consapevolezza, libertà, giustizia e amore.

Milano, 30.04.2020
Marina Assandri

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