Quattro chiacchiere con Fulvio Grimaldi

Quattro chiacchiere con Fulvio Grimaldi

Medioriente - Netaniahu, l’altro terremoto

Paolo Arigotti, “Rassegna di attualità, storia e geopolitica”, intervista Fulvio Grimaldi


Nell’immane tragedia naturale che ha colpito le zone ai due lati del confine turco-siriano, c’è un poco consolatorio, ma vero, elemento positivo. Forse adesso Erdogan sarà costretto a sospendere il tormento che, in combutta con i criminali occidentali USA-NATO e con le più feroci bande terroriste della sua propria Fratellanza Musulmana, infligge alla Siria durante ben 12 anni di spietata aggressione (che, comunque, non è riuscita a piegare la nobilissima nazione araba).

L’area siriana colpita è quella della regione di Idlib e della fascia di 30 km oltre il confine di cui il despota turco si è appropriato e che definisce “fascia di sicurezza”. Vi ha concentrato il peggio del peggio delle milizie jihadiste, appunto braccio armato di una Fratellanza Musulmana, per tenere sotto tiro Damasco e al tempo stesso svuotare, con il terrore, la popolazione siriana dalla sua provincia e rinchiuderla nei campi profughi del ricatto all’Europa. Campi e profughi oggi seppelliti dal terremoto. E’ dalla sua fondazione a Londra e al Cairo nel 1928, per iniziativa britannica, che i Fratelli Musulmani costituiscono la quinta colonna del colonialismo e, ora, del neocolonialismo, colorato o bellico, con il quale l’Occidente cerca di bloccare e disintegrare l’emancipazione araba (Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Iraq, Yemen, Siria).

La masnada della Fratellanza (Isis, Al Qaida, Al Nusrah e altri) che è stata lanciata contro i popoli arabi non è riuscita a spezzarne la determinazione ad essere sovrani e indipendenti, ma il massimo della strategia stragista l’ha perpetrata in Siria, Sinai egiziano, Yemen, Afghanistan e, finché non è stata annichilita dalle forze popolari, in Iraq. E potremmo includere il terrorismo detto islamista che è stato innescato in Europa negli anni passati, allo scopo di preparare misure di emergenza autoritarie in vista del Grande Reset.

L’anno scorso è rientrato in scena, come capo del governo, Benjamin Netaniahu, uno dei più spietati oppressori e uccisori di palestinesi, insieme a una serie di fanatici estremisti che i non timorosi del marchio di “antisemitismo” definiscono fascisti.

Oggi Netaniahu scatena un terremoto altro e su tre fronti: la rinnovata mattanza di palestinesi, resistenti o civili; l’ininterrotta aggressione verbale e terroristica all’Iran (bombardamenti, attentati, assassinii di scienziati, sostegno ai “colorati”); lo scontro con la sua propria Corte Suprema che vorrebbe processarlo e cacciare dal governo malfattori pregiudicati. Corte Suprema che lui intende annientare e sottoporre al dominio del governo.

Come Zelensky. Come Cartabia-Nordio-Meloni. E’ lo spirito del tempo.

Il resto nel video.

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