Cultura e religiosità: due volti della conoscenza nella dinamica del pensiero nel mondo attuale

Cultura e religiosità: due volti della conoscenza nella dinamica del pensiero nel mondo attuale

In questa nostra epoca postmoderna che ha visto il decadere di ideologie politiche, di sistemi filosofici e anche di grandi sogni di giustizia, di prosperità economica, di lavori gratificanti, di rispetto della dignità umana, si assiste sempre più a un regredire, soprattutto nella società occidentale del culto religioso e della dimensione del sacro in generale. Le religioni cosiddette istituzionali non hanno più lo stesso impatto di un tempo sulle coscienze dei giovani e meno giovani, sulle loro speranze, sulle loro convinzioni. Il sistema di valori, di ideali, di princìpi per la vita dell’uomo non è più scritto in un quadro di certezze, di verità incontrovertibili. Lo sviluppo della scienza moderna, nata peraltro dallo stesso pensiero cristiano unito all’eredità della filosofia greca, ha portato ad una visione del mondo più fenomenica ed esperienziale che non sovrasensibile, metafisica e spirituale.

Il sapere è diventato più ipotetico, basato sull’osservazione, la concordanza dei fatti, la statistica in cui è marginale il ruolo dell’intuizione intellettuale, della meditazione, della contemplazione, della teoria che significa appunto contemplare il divino. L’elemento simbolico nel linguaggio scientifico è venuto quasi meno o lasciato a scarni esempi.
Eppure simbolo significa unire due o più realtà in una sola immagine. E’ capacità di sintesi, espressione artistica. Nei tempi antichi l’arte era unita alla religione e alla scienza. Le piramidi d’Egitto ne sono un esempio così come i poemi presocratici da Omero a Parmenide che erano scritti in versi ed erano la base della cultura. Tutti i monumenti antichi erano un inno alla divinità, dalle ziggurat mesopotamiche ai templi greci di Giove, Giunone o Apollo. Il culto solare accomunava molti dei e aveva le stesse caratteristiche sotto nomi diversi ma dallo stesso significato simbolico, ad esempio Mithra che spargendo il sangue del toro donava vita all’oscurità del caos oppure Osiride che risorgeva dai morti, iscritto tra gli esempi della tipologia di Cristo risorto.

Tutte le civiltà antiche avevano una origine comune, una sola lingua, miti simili e divinità simili anche se con nomi diversi.

Certo il dogmatismo religioso imperante in maniera spesso prepotente sulle coscienze di tanti fedeli lasciati nell’oscurità rispetto a manipolazioni di testi, a intrighi di potere, a violenze e intolleranze dell’altrui pensiero, ha contribuito non poco a questo allontanamento di massa di tutti gli strati sociali dall’esperienza religiosa. L’idea della perdizione eterna nel fuoco dell’inferno e del peccato originale ha terrorizzato per secoli i fedeli non coinvolti abbastanza nella conoscenza profonda della vita spirituale. Il problema è che si sta gettando via il bambino con l’acqua sporca perché spesso non si distingue tra religiosità e religione istituzionale, tra fede e precetti formali. Una caduta dell’uomo è raccontata da tanti testi antichi compresi quelli gnostici ed assieme
all’uomo si parla della caduta degli angeli. Anche Platone nel Simposio parla della separazione della parte maschile da quella femminile, cioè dell’intuizione intellettuale o epinoia dalla parte razionale, mentre in origine l’uomo era androgino.

La nostra civiltà greca e cristiana, ormai da secoli ha preso le distanze dal pensiero metafisico e ha relegato l’eticità e il senso del sacro in un mero discorso di diritti positivi e civili sminuendo il discorso sull’ethos e la pietas che costituivano la tradizione antica greca e romana sul rispetto della famiglia, della legge e di ideali umani trascendenti. La religione deve farsi anche cultura e non rimanere relegata soltanto in ambito cultuale e liturgico. La religione cosiddetta civile è una banalizzazione della spiritualità perché racchiude in norme etiche soltanto umane tutto il bene esistente, eliminando il mondo divino, l’infinito essere e quindi l’unità di tutte le cose e il Sé universale.

Kant afferma che la cosa in sé è inconoscibile. Locke dice che conta l’esperienza sensibile nella vera conoscenza. Razionalismo ed empirismo hanno fatto lega e si è ridotto gradualmente lo spazio per una scienza filosofica e una filosofia scientifica che Husserl ha tentato di recuperare e approfondire nei primi anni del 900’ col suo idealismo fenomenologico ma poco attento al rapporto tra trascendenza e immanenza.
La tecnologia attuale si è trasformata in tecnocrazia, in strumento di dominio e di controllo perché la tecnica è diventata fine a se stessa, il nuovo oggetto dell’idolatria assieme al denaro, nuova ideologia dominante.

Bisogna ricordare che la religiosità è costitutiva nell’uomo, è il suo bisogno di trascendenza così come bisogni umani archetipici sono la devozione, la conoscenza, la relazione, la crescita individuale e collettiva. Religione vuol dire etimologicamente legare mondo spirituale e mondo materiale. La croce ha questa funzione simbolica di unione del sopra e del sotto, del cielo e della terra e dei quattro elementi. Tutte le civiltà, tutte le culture hanno alle loro origini culti religiosi, adorazione di divinità prima in forma animica, naturale , poi attraverso i totem e la rappresentazione fisica. Tutte hanno miti fondatori comuni simili e storie comuni come il diluvio e le imprese degli eroi.

Mythos significa muto, cioè ciò che va al di là della parola, ciò che esprime il senso profondo delle cose, delle esperienze umane, perciò è inscindibile dal discorso religioso e del sacro. I miti narrano delle origini del mondo nelle teogonie, come ad esempio quella del poeta Esiodo in Grecia o del Popol Vuh del popolo Maya. Parlano del conscio e dell’inconscio, degli archetipi, cioè dei princìpi alla base della vita dell’uomo come il senso del bello, della verità e del bene. Nelle opere di Jung si parla di eroe, dell’innocente, del creatore. Il sole, la luna, la stella, la rosa sono figure archetipiche di conoscenza e di amore.

Dall’uomo di Neanderthal all’ Homo sapiens il culto dei morti, degli antenati, dei fenomeni naturali, l’osservazione del ciclo delle stagioni, del movimento dei pianeti, dell’attività del sole e della luna, è una costante inequivocabile che fa riflettere sull’essenza umana che è di voler andar oltre se stessi, oltre l’io personale per unirsi al Sé universale, cosmico e divino. E’ da superare il luogo comune che le religioni pagane erano basate solo sul politeismo. In realtà le diverse figure divine rappresentavano aspetti diversi di una unica potenza universale o motore immobile.
Perciò l’ateo puro non esiste, così come il puro relativista, perché sono in contraddizione. Se tutto fosse relativo, il relativo sarebbe assoluto e ciò è una aporia della mente, una assurdità. Infatti anche divinizzare la natura è un atto religioso. Dire credo solo alla natura, come fanno spesso i materialisti, è come dire credo nella dea natura che fa tutto.

Credere nella creazione dal nulla come pensa la teologia scolastica estraendola dalla Bibbia, nella visione platonica di un mondo superiore delle Idee e di uno inferiore della materia o nell’emanazione di un Dio Uno primordiale, causa prima di tutte le cose come nell’opera di Plotino o nel panteismo cosmico in cui tutto è Uno, una sola identica sostanza, come nell’Etica di Spinoza, rappresentano diversi aspetti del pensiero religioso sia pure realizzando una verità parziale e incompleta. La metafisica greca si fermava all’ontologia e pur pensando all’immortalità dell’anima, non aveva sviluppato il concetto d’infinito e dell’ autonomia dell’anima individuale che continua nella coscienza di sé dopo la morte.

E’ importante una riforma liturgica che avvicini nuovamente il popolo dei fedeli con gli officianti in uno spazio comune senza barriere, che rilanci il canto popolare nelle funzioni religiose, la musica, la scultura, la pittura, l’architettura con nuovi stili elaborati che esaltino la bellezza dell’anima e dell’amore divino in forme nuove e luminose.
Unificare arte e religione è un messaggio lanciato anche da monsignor Sequeri che nei suoi libri parla molto della musica sacra. I tesori artistici custoditi nelle nostre chiese sono testimonianza di questo importante connubio e in ambito ortodosso le icone ci parlano per sempre della manifestazione della luce trinitaria.

Bisogna distinguere però tra fede, credere per assurdo, superstizione e idolatria. Sono diversi così come il clericalismo non è la spiritualità e come il laicismo non è autonomia morale rispetto a un credo religioso. La vera fede non esclude la ragione e viceversa. Si assistono a vicenda. Così anche il sentimento e la ragione e l’intelletto. Non c’è dualismo, non c’è autentica conflittualità. La vecchia metafisica separava troppo lo Spirito divino dal mondo della natura mentre in realtà quest’ultimo è proprio la manifestazione di questo Spirito assoluto. L’Uno ha in sé il molteplice il quale partecipa della natura divina e sono quindi inscindibili.

I misteri antichi eleusini, orfici, dionisiaci e le relative iniziazioni sono fenomeni religiosi.
La tradizione massonica che riprende l’esoterismo della Cabala ebraica ha permesso l’edificazione di cattedrali basate su numeri divini come la sezione aurea e il pi greco di Archimede. Già Pitagora che aveva studiato in Egitto ha esposto l’importanza dei numeri per l’accesso dell’anima alla conoscenza celeste. Con i Rosacroce si è ampliato il simbolismo del percorso iniziatico in cui l’uomo attraverso il battesimo, l’unzione e la camera nuziale accede all’unità del maschile e del femminile diventando la pietra filosofale che trasforma in oro la materia grezza. L’oro come simbolo di regalità e purezza è punto d’arrivo di un processo alchemico in cui si passa dalla nigredo all’albedo e alla rubedo, dal nero delle tenebre, al bianco della purificazione, al rosso della perfezione. L’antroposofia di Rudolf Steiner nel XX secolo è una grande riflessione sull’uomo e il suo destino terreno e cosmico ed ha nettamente una valenza religiosa.
Pur distinguendosi dall’ortodossia classica, dal cattolicesimo ufficiale, scrive pagine incredibilmente ricche di spiritualità presentando l’uomo fatto di corpo fisico, corpo eterico che è quello della vita e corpo astrale che è quello della coscienza. Fa riferimenti al raggio cristico che s’incarna nel mondo come Logos eterno per illuminare gli uomini e farli evolvere in una nuova dimensione di coscienza purificata ed elevata alle sfere celesti in cui vive L’Uomo Celeste, archetipo dell’uomo puro unito all’Io divino. Anche Krishna, incarnazione di Vishnu in India, parla dell’illusione del sé distaccato, dell’atman unita a Bhrama e Buddha predica l’illuminazione che permette di vincere la morte e vivere nel Nirvana, dimensione di beatitudine celeste. E nell’Islam sono i sufi che rappresentano l’aspetto esoterico e iniziatico e che hanno influenzato la cultura europea, a loro volta influenzati dal monachesimo egiziano e mediorientale e dal misticismo cristiano dei primi secoli dopo Cristo. E’ necessario trovare il comune denominatore in tutte le religioni, senza per questo cadere nel sincretismo sterile, respingendo per sempre ogni violenza perché la non violenza, il perdono, l’amore incondizionato sono l’essenza dell’uomo realizzato. E’ auspicabile quindi l’incontro interreligioso delle diverse fedi e delle comunità evangeliche luterane, valdesi, avventiste, metodiste e di quelle protestanti anglicane, battiste ecc. e di quelle cattoliche, ortodosse per parlare dei cristiani. Ma è importante il dialogo e l’incontro anche con la comunità ebraica, musulmana, buddhista e induista, sotto il segno della fratellanza universale.

Il dolore è insito nel mondo a causa del limite degli esseri che permette loro però di esistere e di crescere in un cammino di perfezione fino all’armonia universale che è la meta sublime. Tutto viene dalla Trinità divina che è Uno, Logos e Spirito santo da cui viene la saggezza primordiale o Sophia celeste che è l’anima dell’universo. Da questa vengono le energie angeliche o energia d’amore che dona la vita a tutte le cose attraverso l’energia eterica o prana o energia vitale. Da questa prendono forma le cose materiali, le galassie e le forme biologiche di vita. Quindi sono le energie angeliche che sostengono il movimento dei pianeti e delle stelle. Infatti Dante dice “Amor che muove il sol e l’altre stelle”.

Heidegger vedeva l’essere per la morte perché non aveva realizzato perfettamente il senso dell’unità di trascendenza e immanenza. Ma l’essere è per la vita e la morte è illusione come il tempo. Il sacrificio di un dio per dar origine al mondo e all’umanità è nel cuore di tutto il pensiero spirituale della storia. E’ atto d’amore per rinnovare l’umanità e il cosmo, da Osiride a Gesù Cristo.

Ma il nichilismo caratterizza la nostra civiltà da più di due millenni, l’idea cioè che le cose nascono dal nulla e al nulla ritornano. Su questo tema il filosofo Emanuele Severino ha dedicato una vita. Invece tutto è perpetuo, eterno seppur in rinnovamento e movimento continuo. Il molteplice è perpetuo, l’eternità pura appartiene a Dio anche se sono uniti. La somma delle parti non rappresenta il tutto anche se è vero che ogni atomo ha in se stesso l’essenza dell’universo intero in una visione olistica della realtà in cui soggetto e oggetto sono una sola cosa e nessuna cosa è se stessa se non in relazione ad altri. C’è un infinito anche nel finito. Se tutto fosse finito e basta, la realtà non potrebbe esistere perché non si potrebbe andare indietro all’infinito nella generazione degli esseri. Il destino degli uomini e dei mondi è la gioia, la gloria. Divinizzare l’uomo, umanizzare Dio è lo scopo supremo dell’universo.

Bellezza, Verità e Amore sono una sola cosa e questa è la vera LIBERTÀ.

Il Dio d’amore non è autoreferenziale al di sopra delle sue leggi ma le leggi della vita sono l’essenza di Dio stesso. Il bisogno d’amare non è un segno di debolezza ma di forza. Come diceva Padre Turoldo, come gli uomini hanno bisogno di Dio, anche Dio sente il bisogno di amare l’uomo come realizzazione del suo progetto d’amore.

Come la cultura può farci superare quest’epoca di oscurantismo esistenziale ed intellettuale, di povertà d’ideali, d’incertezza teoretica, di paura alimentata dall’ignoranza del vero senso della vita, controllata e favorita dal potere dominante?

Innanzitutto attraverso un’opera di risveglio delle coscienze che deve venire dal popolo stesso, non certo dalle élite di potere. E’ necessaria una nuova rivoluzione spirituale, un nuovo Rinascimento artistico, filosofico, etico e politico in cui vita civile e vita religiosa si fondino e si compenetrino senza perdere le autonomie proprie, in cui bellezza, conoscenza e fede risuonino all’unisono con sinfonica armonia attraverso associazioni, movimenti, gruppi di preghiera. Le religioni devono saper vedere le loro origini comuni superando le contraddizioni, le superstizioni, i dogmatismi rigidi e tenendo fermi i principi inamovibili. La filosofia deve diventare nuovamente riflessione sui principi dell’essere tramite uno spirito critico atto a superare le contraddizioni, le aporie, gli errori del passato come ad esempio l’idea del nulla che non può generare niente visto che è un niente e non può accogliere niente… La scienza deve aprirsi a nuove dimensioni sovrasensibili, a una logica intellettuale al di là della logica razionale, deve andare oltre il suo sapere ipotetico basato soltanto sull’osservazione dei fatti. Deve dialogare di più con la filosofia, la storia, l’ontologia, la metafisica e considerare meglio i fenomeni bioenergetici, la telepatia, la parapsicologia, la telecinesi, la chiaroveggenza.

La scienza deve essere spirituale e non soltanto naturale o fisica. Deve convincersi che il cervello non è la sede della coscienza ma uno strumento, un trasduttore delle energie psichiche e mentali che provengono da una dimensione eterica in cui la luce non è soltanto fotonica ed elettromagnetica ma anche tachionica cioè fuori del tempo ordinario in cui i messaggi non hanno più limiti spaziali ma sono immediati.

Serve una costituzione dell’uomo nuovo, una sintesi dei prìncipi e dei sentimenti fondamentali che possa illuminare le costituzioni politiche, i codici civili, affinché la legge e i comportamenti umani abbiano una guida di giustizia superiore, di morale, un orizzonte di senso, un ethos derivati dall’amore cosmico. Per questo ci vuole una nuova metafisica, una nuova scienza dello spirito che superi i dualismi trascendente-immanente, maschile-femminile, scienza-fede, ragione-sentimento, natura-civiltà in una sintesi suprema in cui la giustizia e la misericordia sono una sola cosa. Il compito è arduo, la missione difficile ma il fine è grandioso perché concerne la nostra felicità.

PIETRO PIZZICHEMI

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